venerdì 25 novembre 2011

Aeroporto Dal Molin Vicenza

Viareggio 24 novembre 2011 ore 17
Ricordi di guerra
Quella notte di metà ottobre 1942 nell’aeroporto di Gorizia – Merna - alla Scuola di specializzazione Caccia non avevo dormito. Il giorno prima era caduto un caro amico, compagno alla RUNA di Roma, generoso e cordiale, di ottimo aspetto, Roberto Luchetti- Era precipitato vicino al campo da una quota di oltre duemila metri, forse facendo acrobazia con il CR 42, o per un improvviso malore. Non si è saputa la causa. La sera del giorno successivo era venuto il fratello da una zona di operazione ove era in servizio come sottotenente dell’Esercito. La salma era stata portata in Chiesa lontana dal Campo. Tutti noi della precedente Scuola della RUNA di Roma, ed eravamo rimasti in otto, ci portammo attorno a lui per confortarlo e fargli compagnia.Lui aveva avuto la camera per dormire, ma si intratteneva al Circolo per il suo stato d’animo di afflizione. Si parlava del più e del meno e durante la tarda serata ad uno ad uno i miei compagni si ritiravano ed infine ero rimasto solo con lui che raccontava le sue vicende di guerra. Passò così tutta la notte, e verso le sei del mattino anche noi andammo a dormire. Pensai che avrei passato la mattinata in riposo, ma verso le sette irruppe nella mia camera il collega Canepa, genovese che morirà in guerra, dicendomi che finalmente erano arrivate le bombole di ossigeno per noi due che dovevamo fare il raid, guidati dal tenente istruttore, fino a Vicenza, allargando il giro sulle alpi, valevole per il conseguimento del brevetto di aeroplano. Le bombole scarseggiavano e ne mandavano poche ogni volta e servivano perché detto volo andava fatto sulla quota di ottomila metri. Risposi che non potevo andare perché ero molto stanco per non aver dormito. Ma Canepa insistette in molte maniere e diceva che in fondo era capitato un po’ a tutti di volare senza aver dormito, e poi se non andavo io non andava neanche lui e le bombole sarebbero state usate da altri allievi che aspettavano ansiosi. Mi decisi diandare e mi alzai.
Decollammo una pattuglia di tre CR 42, il ten. Bellò, Canepa e io. Si andava seguendo il capo pattuglia, io a sinistra e Canepa a destra, facemmo quota e oltre i 4000 metri mettemmo le maschere con l’ossigeno salivamo ancora fino a circa gli 8000 metri e ci inoltravamo sulle montagne. Ormai la pianura non si vedeva più, sebbene a quella altezza. Non avevamo la carta geografica, né avevamo tracciato la rotta. Seguivamo il tenente.Alla scuola le lezioni teoriche passavano in seconda linea rispetto alla pratica con tutte le manovre acrobatiche, looping, tonneau, imperiale, vite a destra e a sinistra, da soli, oppurevolavamo in coppia anche acrobatica.Gorizia era l’accademia della Caccia.
Ad un certo punto ho cominciato a sentirmi male. Attribuivo il malore a mancanza di ossigeno e aprivo la valvola della bombola oltre la misura consigliata. Cominciavo a non capire più nulla e pensavo che la stessa cosa poteva essere capitata al mio compagno Luchetti, ma dicevo tra me che una volta scesi sotto i 4000 metri avrei tolto la maschera e mi sarei sentito bene. Il volo proseguiva in quota e il capo pattuglia non si accorgeva che io facevo cenno di volere scendere ad una quota più bassa. Ad un certo punto non mi sentivo più di proseguire a quella quota e avvicinatomi di più al capo pattuglia gli feci cenno che io me ne andavo per conto mio. Non sapevo dove eravamo arrivati e sotto erano tutte montagne, Mi premeva scendere per togliermi la maschera e basta. Ma quando potei togliermela il malessere continuava e allora mi misi a dirigermi verso la pianura sperando di trovare un aeroporto. Finalmente vidi un campo verde con una manica a vento e mi ritenni fortunato di poter atterrare lì. Atterrato, mi sono sdraiato sull’era all’ombra dell’ala, senza da risposta a coloro che erano accorsi all’aereo. Non sapevo che aeroporto fosse: era Vicenza, proprio dove dovevamo arrivare. Poco dopo atterravano gli altri due CR 42, e il tenente Bellò mi concedeva mezza giornata di riposo prima di decollare per Gorizia. Così ho conseguito il brevetto di aeroplano. Il brevetto militare invece l’ho poi conseguito a metà dicembre sul Macchi 200.
Aldo Allegra

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